Presentiamo alcune pagine di uno dei capitoli centrali del volume per i docenti Filosofia in aula. Nel capitolo, le abilità e le competenze legate alle diverse attività, come è riportato in tabella, vengono analizzate in modo approfondito in relazione alla concreta didattica in aula.


L'Officina del Pensiero      


7. Il laboratorio di filosofia

Il rinnovamento didattico delinea ormai un nuovo modello di insegnamento della filosofia che, seppure ancora privo di una definizione teoretica coerente, mostra già una fisionomia riconoscibile.

Il nuovo modello può essere definito "laboratorio di filosofia"[1], intendendo con questa espressione non tanto un luogo fisico (anche se è possibile prevedere locali attrezzati per lo svolgimento sistematico delle attività ricordate sopra), quanto un insieme di materiali e di attività.

Il laboratorio di filosofia è quindi sostanzialmente un insieme di attività, coordinate secondo un progetto organico e indirizzate alla formazione di specifiche competenze ed abilità, supportato da materiali e da strumenti idonei.

Intorno a questa prospettiva generale, ogni insegnante dovrà costruire il proprio progetto, modulato almeno in parte sulla programmazione, sulla classe e sull'ambiente in cui opera. Non è pertanto possibile descrivere un laboratorio nella sua articolazione concreta, perché esistono molte varianti possibili. Tuttavia certi aspetti sono ricorrenti, in quanto caratterizzano il laboratorio come approccio didattico e come metodo di lavoro. L'aspetto che merita soprattutto di essere sottolineato è proprio questo: fare della didattica laboratoriale, del "laboratorio filosofico" un metodo di lavoro organico e coerente, avendo chiari gli obiettivi e le finalità connessi alle attività proposte e al modello didattico nel suo insieme.

Le attività che abbiamo descritto in precedenza sono sempre più diffuse nella prassi didattica, ma di solito convivono con un metodo prevalentemente tradizionale, come parentesi alle quali dedicare qualche ora al mese, compatibilmente con le esigenze del "programma". Sono estremamente rare le situazioni in cui queste attività sono coordinate in una programmazione individuale che sostituisca in misura apprezzabile al metodo prevalente un diverso modo di fare filosofia. Eppure, ad un'analisi più attenta, ma anche in relazione al dibattito piuttosto intenso che si è sviluppato intorno alle nuove proposte, emerge un dato importante: esse non sono semplicemente nuove tecniche didattiche, ma disegnano nuove finalità, nuovi metodi, una diverso ruolo dell'insegnate e un diverso modo di intendere lo studente nel contesto del processo educativo.

Nella tabella seguente proponiamo un primo tentativo di esplicitare le implicazioni più generali sottese alle nuove attività. Da esse emerge un nuovo modello di insegnamento della filosofia dai contorni già abbastanza definiti, ma che stenta ad imporsi nella prassi didattica quotidiana su quello ormai consolidato lezione - lavoro individuale - interrogazione.  

Attività

Operazioni

Obiettivi

Abilità e competenze

1. Lavoro sui testi

Analisi del testo, Analisi del cotesto, Analisi del contesto

Paragrafazione, Titolazione, Sintesi, Rielaborazioni, ecc.

Comprensione

Rielaborazione

 

Acquisire strumenti per la comprensione e la rielaborazione.

 

2. Lavoro con i testi

Dagli  autori ai concetti generali.

Dalla "parole" alla "langue" filosofica.

Conoscere direttamente i filosofi.

Confilosofare: apprendere gli stili di pensiero nel colloquio diretto con gli autori.

Apprendimento attivo e collaborativo.

Problematizzare le conoscenze.

Acquisire la capacità di pensare per modelli diversi.

3. Oralità - Dialogo

Lavoro di gruppo.
Dibattiti.
"Comunicazione filosofica".
Nuovo ruolo del docente.
Collaborazione tra classi.

Costruire una "comunità di ricerca".

Creare occasioni per il confronto e per la produzione di argomentazioni.

Sviluppare il pensiero creativo.

Pluralismo: accettare punti di vista diversi.

Capire gli altri. Cooperazione.

4. Scrittura

Esercizi.

Lavoro individualizzato.

Schede.

Consolidamento.

Rielaborazione.

Acquisire gli strumenti per l'analisi dei testi.

Acquisire strumenti concettuali e logici.

Esercizi creativi.

Interpretazione personale del materiale di studio.

Creatività e originalità.

Attualizzazione: saper usa­re le conoscenze filosofiche per razionalizzare la propria esperienza e per analizzare la realtà contemporanea.

4. Lavoro sui concetti

Schede lessicali.

Mappe concettuali.

 

Comprensione e uso dei concetti filosofici.

Controllo della correttezza logica del discorso.

Consapevolezza degli aspetti metacognitivi dell'apprendimento.

Costruire le basi per strategie argomentative.

Acquisire gli strumenti del filosofare e del pensiero autonomo.

5. Argomentazione

Competenze logiche.

Stili argomentativi.

Analisi della consistenza delle argomentazioni.

Produzione di argomentazioni.

Padroneggiare strategie argomentative.

Apertura interpersonale.

Comprensione e uso della logica del linguaggio.

Tolleranza e apertura al confronto.

Capacità di analisi critica dei messaggi dei mass media.

Saper argomentare.

Capire il proprio mondo.

6. Uso delle tecnologie informatiche

Scrittura ipertestuale

 

Organizzazione della conoscenza.

Connessione tra i saperi (interdisciplinarietà).

Strategie di rielaborazione.

Spirito critico.

Pensiero non sequenziale. Abituarsi ad analizzare i problemi da una pluralità di prospettive.

Documentazione e ricerca (Internet)

Documentazione e rielaborazione.

Connessione tra i saperi (interdisciplinarietà).

Pensiero non sequenziale.

Organizzazione della conoscenza.

 

Archivio didattico

Schede

Lavoro in comune (Intranet)

Collaborazione.

Strategie di rielaborazione.

E-group

Collaborazione a distanza

Comunicazione telematica.

 

Collaborazione. Dialogo.

Le attività riassunte nella tabella, potrebbero nel loro insieme sostituire le lezione frontale, proponendosi come alternativa all'insegnamento tradizionale. Altri tipi di lezione (cfr. Parte II, cap. 3, Tipologie delle lezioni di filosofia in aula) non sono affatto esclusi, anzi possono preparare le attività laboratoriali e integrarsi con esse. Ma la classe deve trasformasi, quanto più spesso possibile, in un laboratorio, caratterizzato da una serie di attività su materiali appositamente predisposti. Occorre creare una struttura, un'organizzazione, che facilitino la partecipazione degli studenti, la rielaborazione delle conoscenze, la formazione di abilità.

Proviamo ad immaginare concretamente come può essere organizzata una didattica laboratoriale ... [Il capitolo prosegue con una esemplificazione di didattica laboratoriale mediante la quale viene analizzato il rapporto tra attività e competenze].

[Pagine tratte da:  E. Ruffaldi - M. Trombino, Filosofia in aula, Edizioni LED, Milano, 2004, pp. 99-102].

 

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[1]  Per un approfondimento della prospettiva laboratoriale si vedano: Fulvio Cesare Manara, Imparare il mestiere di pensare. La progettazione di un "Laboratorio di Filosofia", "Bollettino della Società Filosofica Italiana", n. 172, 2001, pp. 34-59; E. Ruffaldi, La classe come laboratorio, in Insegnare filosofia, Firenze, La Nuova Italia, 1999, pp. 145-147.